Ciao! no, non è che non so più contare…. è che il post numero 9, l’avevo pubblicato in preda all’impeto del momento. Una sorta di folgorazione sulla via di Damasco. Lo trovate QUI, il colore viola. Per cui, dal verde brillante del n°8, passiamo in volata al decimo estratto. Che è una figata! Perchè – finalmente – vi dico anche cosa ho fatto con le bucce. In questo caso, i pancakes. Mi ricordo benissimo che alla presentazione dello Slow Juicer, evento Hot Point Ariston, quello che mi aveva colpito era stato il recupero delle fibre.
Che poi uno la domanda se la pone pure: a che pro estrarre il succo e poi ingegnarsi ad utilizzare gli scarti? Non sarebbe tutto più semplice se ci si mangiasse la frutta ( e la verdura) “così com’è”?
Si. E no. Spiego meglio: i vantaggi di bersi un estratto di frutta e/o verdura, sono immediati: recuperiamo liquidi, vitamine e vari sali minerali. Difficilmente riusciremmo a mangiare tanta frutta e verdura contemporaneamente per assimilare il medesimo apporto di liquidi. Giusto? Allo stesso tempo, è anche pratico e veloce prepararci un buon estratto da portare in ufficio o durante una passeggiata. Basta una borraccia termica/ermetica e a scorta di vitamine resta integra per qualche ora. Solo nella nostra fantasia andremmo in giro con chilate di frutti in borsa: si scaldano, si rovinano, pesano etc etc. Su tutto, il succo ci fa sentire bene e molto leggeri. No dico… avete visto che bella pelle che ho?! Quasi 50 ma neppure una ruga!
Scemenze a parte, con i succhi, sicuramente introduciamo molti più elementi nutritivi rispetto al consumo giornaliero dello stesso prodotto ma solido. E’ pur vero che buttare sempre le fibre, spiace. Quindi, quando parlavo dell’estrattore con la mia Dottoressa, lei mi disse: io gli scarti li congelo! E questa cosa mi ha incuriosito e stimolata. Ve la spiego velocemente: facciamo il nostro estratto, in una delle due ciotole finiscono gli scarti, che, a loro volta, separo in buste “a cerniera” da congelare. Una per carote, sedano e verdure varie, una per gli scarti della frutta. Una volta raggiunto un moderato mucchietto, cosa si può fare? Ad esempio il fondo per un brodo o per una frittata o ancora per na zuppa – con la verdura – con la frutta direi delle tortine piene di fibra o un plum cake oppure, come in questo caso, basta aggiungere uovo, latte e della farina autolievitante et voilà: pancakes croccanti. Perchè le fibre scrocchiano sotto i denti! A questo link, trovate qualche altra idea, oltre alle mie dritte. Giusto per essere tutti più ecologici e altrettanto felici!
Ma ora, parliamo dei frutti presenti nell’estratto del giorno.
. mela: in questo caso granny smith, bella acidula e rinfrescante, ma comunque valgono le indicazioni già inserire nei precedenti post: la mela è considerata un farmaco della natura, un rimedio per tantissimi problemi. Innanzitutto occorre dire che questo frutto contiene pochissime proteine e grassi sono quasi assenti, (100 grammi di mela corrispondono a circa 40 calorie, 10 grammi di zuccheri e grandi quantità di potassio, vitamina B, acido citrico e acido malico). Inoltre è presente in essa la vitamina B1, che combatte inappetenza, stanchezza e nervosismo e la B2 che facilita la digestione, protegge le mucose della bocca e dell’intestino e rinforza capelli e unghie. Ma i pregi della mela non finiscono qui. Essa è ben tollerata dai diabetici perché ha pochi zuccheri, ma non solo: contiene circa il 2% di fibre tra cui la pectina, nota per i suoi numerosi benefici. Inoltre ha il potere di “tenere sotto controllo” la glicemia, regolando quindi l’assorbimento degli zuccheri. Generalmente viene mangiata cruda e in questo caso ha un’azione astringente ma, consumata cotta, è un naturale e ottimo rimedio contro la stipsi. Gli specialisti la consigliano alle persone anziane perché è facilmente digeribile e si può consumare a fine pasto proprio per queste caratteristiche, contraddicendo alla teoria dei dietologi che suggeriscono di consumare la frutta lontano dal pranzo e dalla cena. Alcune notizie riportano anche che, chi mangia mele, respira meglio e addirittura alcuni ritengono questi benefici, superiori al consumo di agrumi (frutti per eccellenza in grado di combattere gli agenti irritanti). Infine, se consumate regolarmente, le mele abbassano il colesterolo cosiddetto “cattivo” (LDL) e aumentano quello buono (HDL) anche in pochissimo tempo e sono considerate preziose nella prevenzione di ictus e tumori. In 100 grammi di prodotto commestibile sono mediamente contenute: circa 85 grammi d’acqua, 0,2 grammi di proteine, 0,1 grammi di grassi, 11 grammi di zuccheri di diverso tipo, tra cui fruttosio, glucosio, e saccarosio, 2 grammi di fibre, per un totale di circa 45-50 calorie, e circa 4 grammi di sali minerali tra cui potassio, zolfo, fosforo, calcio, magnesio, sodio, ferro, oltre a tracce di rame, iodio, zinco manganese, e silicio. La mela è ricca anche di vitamine: C, PP, B1; B2, A, e contiene inoltre acido malico (circa 0,6-1,3 grammi). Sia nella polpa che nella buccia sono inoltre presenti eteri, tannini, alcoli, aldeidi e un elevato numero di terpeni che rende infinitamente vario il profumo e il sapore delle mele. I valori elencati possono variare a seconda del grado di maturazione del frutto e della qualità, anche perchè in tutto il mondo oggi si contano più di mille varietà di mele”. La sostanza pectina aiuta a risolvere i problemi legati alla diarrea poiché i batteri intestinali la trasformano in un una specie di guaina lenitiva e protettiva per le pareti “irritate” dell’intestino. Per combattere la stipsi invece, basta consumare una mela cotta al giorno e gli effetti “benefici” saranno riscontrabili in pochissimo tempo. È noto che un’alimentazione ricca di fibre contribuisce a ridurre il colesterolo nel sangue, fattore di rischio nelle cardiopatie e in alcuni tipi di ictus. Consumando le fibre, il colesterolo che assumiamo con gli alimenti “soggiorna”nel tratto intestinale fino a quando non viene eliminato. Ecco perché la mela, ricca della fibra pectina, rappresenta il frutto ideale dopo pasti a base di carne o di latticini. La pectina contribuisce anche a ridurre la glicemia nei soggetti diabetici.
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. mirtilli: I mirtilli generalmente crescono nelle zone montane (sulle Alpi e gli Appennini), nei boschi e trovano la loro maggiore diffusione sui terreni ricchi di humus. La loro fioritura avviene in primavera e si distinguono in tre differenti specie: mirtillo nero, rosso e blu. Vengono utilizzati per curare diverse patologie. Secondo alcune recenti ricerche effettuate negli Stati Uniti, queste piccole bacche, sarebbero dotate di un enorme quantitativo di sostanze antiossidanti, in grado quindi di prevenire patologie cardiovascolari, proteggere dai tumori e addirittura ritardare il naturale processo di invecchiamento. Dunque hanno un duplice scopo: da una parte rappresentano una fonte di alimento, dall’altra vengono utilizzate come medicamento.
Il mirtillo nero è quello maggiormente ricco di principi salutari. Infatti contiene zuccheri e molti acidi, in particolare l’acido citrico (che protegge le cellule) ma anche l’acido ossalico, l’idrocinnamico e il gamma-linolenico. L’acido ossalico è quello che conferisce il classico sapore asprigno del frutto; l’acido idrocinnamico è molto efficace perché è in grado di neutralizzare le nitrosammine cancerogene (prodotte nell’apparato digerente in conseguenza dell’ingestione di nitrati); l’acido gamma-linolenico invece è molto utile al sistema nervoso perché previene la nefropatia diabetica. Ma non è tutto: il mirtillo nero è particolarmente ricco di acido folico (una vitamina molto importante per le varie numerose funzioni che svolge) e contiene tannini e glucosidi antocianici, i quali oltre a dare al frutto il suo caratteristico colore, riducono la permeabilità dei capillari e ne rafforzano la struttura. Le antocianine infine, presenti in grandi quantità, rafforzano il tessuto connettivo che sostiene i vasi sanguigni e ne migliorano l’elasticità ed il tono. In poche parole, il mirtillo fa bene alla vista, alla circolazione, ottimo antinfiammatorio, antitumorale, antiossidante e combatte la ritenzione idrica.
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. more: Le more contengono vitamine e minerali, oligoelementi e sostanze attive con un ruolo anti-infiammatorio, antibatterico, anti-invecchiamento e anche antitumorale. Un cestino di more ci fa fare il pieno di Vitamina C, antiossidanti, in particolare “resveratrolo”, acido folico, ferro, magnesio, tannino, luteina, Vitamina E, Calcio, Vitamine del gruppo B, fosforo, Potassio, Sodio, Rame, Selenio, Manganese, zucchero, proteine e pochissimi grassi. Le more rafforzano le ossa per il loro alto contenuto di calcio, fosforo e magnesio. Sono indicate per i bambini nei processi di crescita, per gli anziani a rischio di demineralizzazione ossea e per gli adulti che hanno bisogno di prevenire le patologie delle ossa e articolari. Per il loro contenuto di antiossidanti e resveratrolo le more sembrano progettate per ridurre lo stress ossidativo e prevenire un gran numero di malattie che traggono linfa proprio dallo stress: aterosclerosi, malattie cardiache, cancro, ecc. Le sostanze contenute nelle more hanno anche proprietà antinfiammatorie e antibatteriche. Il fegato, perchè funzioni ottimamente, ha bisogno di vitamine e minerali e il meno possibile di sostanze nocive. Le more hanno un ruolo importante anche nella disintossicazione del fegato e prevengono il fegato grasso (steatosi epatica). Combattono la costipazione e migliorano eventuali emorroidi, abbassano il colesterolo cattivo, ci aiutano nella lotta contro l’aterosclerosi, riducono lo stress ossidativo e abbassano il colesterolo cattivo: colesterolo LDL. Sono ricche di tannino, quindi hanno un effetto anti-infiammatorio, antibatterico e antiemorragico, contraendo i vasi sanguinanti. Grazie al loro contenuto di vitamine, soprattutto di Vitamina A, le more e proteggono gli occhi dalle malattie come il glaucoma o la cataratta. Le more prevengono l’anemia per l’alto contenuto di acido folico, Vitamina C e ferro.
Una proprietà che possiedono tutti i vegetali di colore viola è l’abilità di prevenire il cancro. Altri alimenti viola sono in realtà quelli che contengono il resveratrolo come pigmento – il più potente antiossidante della natura: uva nera, more, lamponi, prugne, ciliegie, mirtilli, ecc.
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Insomma, se non si fosse ben capito, questo estratto è praticamente un elisir di lunga vita. Sicuramente è buono e molto invitante.
Se tutto ciò non bastasse, alle fibre che recupererete, unite 1 uovo intero, un paio di cucchiai di farina col lievito, una presa di zucchero di canna e un paio di cucchiai di olio d’oliva. Fate una pastella densa – per la farina regolatevi voi! – e formate i classici pancake in una padella antiaderente ben calda. Ci vorranno circa 5 minuti per poi gustarvi una colazione davvero imbattibile: pancakes, sciroppo d’acero ed estratto fresco.
Vi ho convinti? Lo spero, perchè dopo queste dieci ricette, mi prendo una piccola pausa per elaborarne di nuove. Ma ci tengo a dirvi: PROVATELE TUTTE! Specialmente ora, che il caldo comincia a dar fastidio, la stagione cambia e abbiamo assolutamente bisogno di essere più leggeri ma ben idratati.
Mi raccomando. Fatemi sapere.
Buona giornata!
Davide dice
08/05/2015 a 11:23Lo aspettavamo un po’ tutti in famiglia questo post! Bella idea quella di congelare le fibre in effetti. Ammetto che vedere questi pancakes mi ha fatto salire un fame allucinate! Ottimo lavoro come sempre!
ps: Ho visto tutti i video per la campagna di Rummo, complimenti! ;
Barbara Torresan dice
08/05/2015 a 11:38Ciao Davide!
grazie per il pensiero e, sono contenta di averti tolto la curiosità sulle fibre.
Mi fa molto piacere che la campagna Rummo sia stata approvata anche da voi :) a brevissimo i prossimi spot.
Grazie ancora e buona giornata!
B
Agnese dice
10/05/2015 a 6:11E’ da tantissimo che voglio un estrattore, e ora ancora di più. Molto interessante questa serie di post, mi sono fatta una cultura in fatto di frutta! Complimenti per l’accuratezza, Babs! Buona giornata!
Barbara Torresan dice
11/05/2015 a 12:59Grazie Agnese!
Dopo l’estate mi sa che ne produrrò degli altri :)
Un abbraccio!
B